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Ulm, Einstein e il duomo più alto del mondo

di Maurizio Romanato

Giornalista


Il progetto era grandioso: la grande cattedrale doveva contenere fino a 22 mila fedeli. Siamo nel 1377 quando a Ulm, città della Svevia nel sud della Germania, appena entrati nel Land del Baden Württemberg dalla Baviera, la devozione dei cittadini spinge le autorità, grazie alle generose elargizioni degli abitanti del luogo, a pensare a una chiesa grandiosa capace di mostrare la fede della comunità. La questione era nata nel 1376 quando, a seguito dell’assedio attuato dal re Carlo IV, venne impedito agli abitanti di Ulm di servirsi delle chiesa allora situata fuori dalle mura cittadine. Per evitare ogni problema si decide dunque di costruirne una in centro, affidata alla famiglia di grandi architetti tedeschi Parler. La costruzione lunga e laboriosa per un edificio che deve fungere da richiamo per i cristiani, non si completa secondo le visionarie previsioni degli ideatori, ma soltanto quattro secoli e mezzo più tardi. Nel 1531 l’edificazione viene fermata con l’adesione alla Riforma Protestante, ma il duomo (Ulmer Münster), completato nella forma attuale solo nell’Ottocento, diventa ugualmente un’opera colossale visibile da chilometri di distanza dal centro storico, con il campanile più alto del mondo. Ora ci sono duemila posti a sedere per assistere ai culti liturgici, ma ci possono stare fino a 4500 persone che possono ammirare dall’interno la navata in stile gotico, le colonne maestose e talvolta, fuori dalle celebrazioni, assistere ad appuntamenti di musica sacra e classica. Nell’area del coro destano ammirazione i capolavori di Giorgio Syrlin il Vecchio della seconda metà del Quattrocento, Hans Mutlscher (il Cristo dolente) e Giorgio Syrlin il giovane. Si può salire fino alla cima del campanile, un tutt’uno con la chiesa, ma bisogna mettere in preventivo la salita di ben 768 gradini, una fatica necessaria a superare i 161 metri di dislivello dal suolo e ammirare un panorama grandioso che spazia fin sulle Alpi da Säntis alla Zugspitze.

Se il duomo cattedrale è il simbolo della città, non se ne possono dimenticare le origini dell’insediamento neolitico ubicato nel distretto di Lehr a nord dell’attuale città e della vicina Eggingen, a ovest. Ulm nacque dove i due piccoli fiumi denominati Brigach e Berg si fondono dando origine a quello che diventerà il maestoso Danubio. Non tragga in inganno la relativamente piccola dimensione del corso d’acqua che attraversa Ulm dividendola dalla corrispondente Nuova Ulm in Baviera. Quando si scatenano le piogge il Danubio s’ingrossa in fretta e fa davvero temere le esondazioni. Ma la zona è sempre stata molto favorevole agli insediamenti tant’è che Ludovico II il Germanico registrava nell’854 il Palatinato di Ulma come sede reale, ora riconducibile al pittoresco Quartiere dei Pescatori che accoglie residenti e visitatori con ristoranti, gallerie, piccoli negozi, mercatini. Già nel 1181 Federico Barbarossa dichiarò Ulm Libera città imperiale, centro di commerci e delle corporazioni, e poi crocevia di vie commerciali tra Germania, Francia e Italia. Purtroppo la città decadde velocemente durante la terribile Guerra dei Trent’anni che insanguinò l’Europa nel XVII secolo, ma seppe riprendersi nonostante le invasioni di francesi e austriaci. Più che dalla battaglia di Ulm combattuta tra Napoleone e la coalizione austroprussiana nel 1805, a produrre disastri e morti furono i bombardamenti a tappeto della seconda guerra mondiale (1944) con la persecuzione degli ebrei e il vicino campo di concentramento. Accuratamente ricostruita dove è stato possibile, è stata anche oggetto di inserimento di edifici moderni che però non hanno alterato più di tanto l’immagine e l’equilibrio architettonico del centro.

A Ulm si possono trovare tracce della presenza di personaggi molto noti, primo in ordine di tempo, il Sarto Volante Albreich Berblinger, il Sarto di Ulm. Personaggio piuttosto eccentrico, con lunghi studi di meccanica e dando fondo ai suoi risparmi costruì oggetti come carrozzine, veicoli e protesi, dedicandosi a una sorta di deltaplano con cui intendeva sorvolare il Danubio. Il tentativo nel 1811 fallì e l’uomo precipitò nel Danubio, ma fu salvato da alcuni pescatori. Gli studi successivi dimostrarono che il suo deltaplano poteva volare, ma quanto aveva tentato il decollo era stato tradito dalle particolari condizioni di vento. Morì povero e deriso a 58 anni nell’ospedale di Ulm. Una ricostruzione del suo deltaplano con le ali a strisce biancorosse si trova accedendo al municipio, edificato tra il 1357 e il 1530 e che vanta un orologio astronomico installato nel 1520, dalla piazza del mercato. La città della Scienza di Ulm ne onora la memoria con premi a suo nome per apparecchi volanti innovativi. Di lui parla anche l’opera di Bertolt Brecht intitolata appunto il Sarto di Ulm. Ragionando di scienza, però, il nome più noto è però quello di Albert Einstein che nacque a Ulm il 14 marzo 1879 in una casa che fu distrutta dai bombardamenti. Si trasferì molto presto dalla città che lo onora con una piccola fontana di fronte al cinquecentesco Zeughaus, l’Arsenale, In Banhofstrasse, la via per la Stazione, una struttura in granito rosso di Max Bill del 1979 indica dove esisteva la casa natale del grande fisico.

Tra i luoghi degni di una visita ci sono la passeggiata lungo le vecchie mura cittadine, la Schwörhaus del 1613 dove ogni anno viene rinnovato il giuramento alla costituzione della città, il museo della cultura del pane (Museum der Brotkultur), il museo civico di arte locale (Ulmer Museum) con collezioni di autori come Picasso, Kirchner, Macke e Klee, quindi nella piazza del duomo il memoriale di Hans e Sophie Scholl, facenti parte di un gruppo antinazista della Rosa bianca, ribelli non violenti al regime, ma arrestati e condannati a morte nel 1943: Sophie Scholl era maestra d’asilo a Ulm e vi rimase per quattro anni dal 1939 alla condanna capitale. Infine, a circa 6 km a sud di Ulm: l'Abbazia di Wiblingen, una barocca abbazia benedettina oggi secolarizzata, fondata nel 1093 e simbolo della maestosità del Barocco, con la sua immensa biblioteca.

Per chi vuole dar prova di capacità di osservazione ecco l’occasione di scoprire il simbolo della città, l’Ulmer Spatz, un passerotto con un bastoncino nel becco. Si narra che durante la costruzione della cattedrale, si doveva far entrare una grande trave attraverso le porte delle mura di Ulm. Le travi venivamo portate sui carri e poste trasversalmente alla direzione di marcia. La trave perciò non poteva passare. Ci si arrovellò per qualche tempo finché un passerotto con il bastoncino in bocca s’infilò in un pertugio con il bastoncino posto longitudinalmente, e diede l’idea ai trasportatori di ruotare la grande trave in modo da farla entrare in città e proseguire la costruzione. Niente più di una leggenda, ma da quel momento il passerotto è il simbolo della libertà di Ulm, capace, nonostante la potenza dell’Impero, di restare libera e di diventare un centro commerciale e mercantile di assoluto rilievo in Europa.



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