Di Maurizio Romanato (giornalista)
Storici, geografi e letterati hanno cercato a lungo di capire quali fossero le località e
le zone nelle quali Ulisse, il leggendario re di Itaca, nelle sue peripezie durante il
viaggio di ritorno dalla guerra di Troia, aveva vissuto le avventure raccontate alla
ninfa Calipso. Ad esempio dov’era la residenza di Circe, che trasformava gli amanti
in porci, oppure qual era la grotta del ciclope Polifemo. Resterà forse un mistero
l’identificazione precisa dei luoghi descritti da Omero nell’Odissea. Esiste però nel
Basso Lazio una riviera, la cosiddetta Riviera di Ulisse, dove i nomi, i paesaggi e lo
scorrere della storia hanno stratificato presenze e personaggi nel mito dell’astuto
conquistatore di Troia. Da Lido di Latina a Minturno, passando per Sabaudia, San
Felice Circeo, Terracina, Fondi, Sperlonga, Gaeta e Formia e con il gioiello delle
Isole Pontine, là dove la macchia mediterranea incontra il mare cristallino e la storia
sembra non essersi mai fermata nell’aggiungere sensazioni e indicazioni
archeologiche, le località hanno evidente l’impronta della classicità. I Romani
amavano questi posti, tanto che in età imperiale ne fecero residenze di sovrani,
lasciandone tracce ancor oggi ben visibili. Terracina, ad esempio, dalla lunga e
attrezzata spiaggia sabbiosa, dove il tempio di Giove Anxur, spettacolare di notte e
maestoso di giorno, svetta dalla cima di monte Sant’Angelo, ultima propaggine dei
monti Ausoni, e veglia silente sulla città fino a scorgere le isole ponziane,
meravigliosamente sospeso tra terra e mare. E poco al di sotto del tempio, si nota
chiaramente il taglio effettuato nella montagna dai Romani che in tal modo
costruirono la strada costiera su un percorso litoraneo in grado di ridurre i tempi per il
trasporto delle merci da e per il porto di Brindisi.
Verso nord-ovest il Parco Nazionale del Circeo caratterizza e impreziosisce l’intera
area della pianura pontina. Un prezioso “arcipelago di isole ambientali“, ricco di
vegetazione e presenze faunistiche, “isole culturali” costituite da numerosi reperti di
ogni epoca che testimoniano, al di là del mito che lega il Circeo alla leggenda
omerica di Ulisse e della Maga Circe, la presenza di popolazioni preistoriche, tra cui
l’Uomo di Neanderthal. E ancora, le città di Sabaudia e San Felice Circeo, parte del
territorio di Latina e la piccola isola di Zannone nell’Arcipelago delle Isole Pontine; i
siti archeologici della Casarina, della Sorresca e della Villa di Domiziano; il Borgo e
Villa di Fogliano; la Foresta del Parco (Selva di Circe), unica foresta naturale di
pianura in Italia, con le sue “piscine” periodicamente allegate; il Promontorio del
Circeo; la duna, sottile striscia di sabbia che costeggia il mare con la tipica
vegetazione della macchia mediterranea su cui spiccano fantasiose fioriture. E verso
sud-est il Parco Regionale Riviera di Ulisse che abbraccia la costa del golfo di Gaeta
e le aree protette che vi s’affacciano: il Monumento naturale Villa di Tiberio e Costa
Torre Capovento – Punta Cetarola a Sperlonga, il Parco di monte Orlando a Gaeta e il
Parco di Gianola e monte Scauri tra Formia e Minturno.
Da Terracina con aliscafo o traghetto si raggiunge in una o due ore l’isola di Ponza.
Uno spettacolo con le sue grotte, molte delle quali trasformate dai Romani in piscine
per le feste dei patrizi e delle élite. I panorami mozzafiato sulle isole vicine,
Palmarola su tutte. Luogo di reclusione, ma anche tre volte colonizzato, l’ultima delle
quali dai Borboni, Ponza è ricca di calette e spiagge spesso raggiungibili solo dal
mare, alcune delle quali interdette per le frane. C’è sempre gran fermento di gente e
di personalità, magari su qualche yacht si possono scorgere fugacemente Jeff Bezos e
John Elkann, Francesco Totti o Eva Henger, come nella passata estate, trascorrere
qualche ora o giorno di relax. Per ammirare il panorama dall’alto si può usufruire dei
minibus o minitaxi che partono dal porto, mentre ci sono numerose escursioni
giornaliere o a cadenza oraria per ammirare l’isola e dintorni dal mare.
Più distante dalla costa e da Ponza, l’isola di Ventotene, altra emergenza vulcanica su
un mare “paradiso” per i subacquei, il cui carcere di Porto Santo Stefano fu reclusorio
per i confinati dal Fascismo, divenuto un laboratorio di idee. Tra gli altri vi rimasero
Sandro Pertini, Luigi Longo, Umberto Terracini, Pietro Secchia, Eugenio Colorni,
Altiero Spinelli, Ernesto Rossi. Furono proprio questi ultimi due antifascisti a
scrivere sull'isola, nella primavera del 1941, “Per un'Europa libera e unita”, noto
come Manifesto di Ventotene. Nel documento la federazione degli Stati d'Europa
doveva diventare obiettivo concreto essendo l'unica soluzione per la salvezza della
civiltà europea dalle catastrofi delle guerre.
Dal Circeo a sud si susseguono le spiagge dei Vip, come Sperlonga distesa con le sue
attrezzature balneari a nord e a sud del promontorio su cui sorge la città antica, un
dedalo fra alti palazzi e strette scalinate e un centro storico affollato ma vivibile nella
sua operosa ospitalità. A Sperlonga l’acqua di mare si confonde con quella che
scaturisce dalle sorgenti in un percorso Kneipp al naturale nella piscina a due passi
dal mare. Città affascinante delimitata alla Torre Trullia sul promontorio, un tempo
guardia dalle incursioni saracene e oggi punto di osservazione sul mare, regge
l’impatto con il turismo da maggio a fine ottobre. La zona è sempre stata luogo di
relax e incanto naturale. Tra i “Famosi” del tempo passato fu scelta dall’imperatore
Tiberio per costruire una delle sue residenze. Pochi chilometri dalla città e si
raggiunge lungo la via Flacca il Promontorio Villa Tiberio e Torre Capovento – Punta
Cetarola. Scogliere e falesie si specchiano sul mare limpido che ha cesellato le
speluncae, grotte dalle quali deriva il nome di Sperlonga. Tiberio vi fece erigere la
sua villa imperiale nel I secolo d.C.. Rimangono le tracce e i ruderi del complesso
edilizio adorno di statue imponenti che ricostruivano nell’arte il mito dell’eroe
omerico. Quanto è rimasto indenne dall’usura del tempo è custodito nel Museo
archeologico nazionale di Sperlonga. Imperdibile la Grotta di Tiberio, una vasca
naturale inserita nella residenza dove il successore di Augusto amava godersi gli
spettacoli. I marmi posti all’interno della grotta illustrano le gesta di Ulisse e ne
delineano la fisionomia del volto. Le statue vennero scoperte negli anni Cinquanta del
secolo scorso durante i lavori per l’adeguamento della via Flacca. Si sviluppò
addirittura una battaglia legale e campanilistica con Roma per conservare in loco i
reperti storici e artistici.
Rientrati sulla costa, a un quarto d’ora in auto da Sperlonga si giunge a Gaeta tra le
falesie di monte Orlando, spettacolari rocce da 30 metri d’altezza sul Tirreno poste
tra la spiaggia di Serapo e la Montagna Spaccata. E’ il luogo prediletto dal falco
pellegrino che pare condurre il visitatore alla grotta del Turco e al mausoleo di Lucio
Munazio Planco, eretto sopra il monte Orlando dopo la sua morte nel 27 a.C. La
Grotta del Turco è un enorme squarcio nella Montagna Spaccata che sorregge da 300
anni il Santuario della Santissima Trinità. La montagna si divise alla morte in croce di
Gesù, così narra la leggenda, e la “mano del turco” è l’orma nella roccia carsica d’un
musulmano che dubitò di questo miracolo. A sud di Gaeta, città portuale dominata
dal castello angioino-aragonese, ultimo baluardo borbonico prima dell’unificazione
all’Italia del Regno delle Due Sicilie, e dove per trovare un posto per l’auto richiede
una buona dose di perseveranza, il Parco di Gianola e monte di Scauri con la villa di
Mamurra e il Tempio di Giano, un ninfeo con una fonte che accumulava l’acqua nelle
cisterne (quella delle 36 colonne è la più nota), e alimentava fontane e terme.
La natura splende nel suo fascino e nel suo rigoglio nella Spiaggia dei Sassolini,
rifugio delle tartarughe, con sabbia ocra, ciottoli e scogli tra il Monte d’Oro e il
Monte di Scauri, con spettacolari cristallizzazioni delle grotte e dove la vegetazione
propone foreste e distese di ginestre, orchidee selvatiche e finocchio di mare. La
gastronomia locale propone piatti a base di pasce, ma da non perdere mozzarelle,
formaggi e l’olio d’oliva con le immancabili pizze.
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