di Donato Sinigaglia, giornalista GIST
Viaggio sensoriale fra sapori, colori, atmosfere e bellezze naturali
È un viaggio sensoriale fatto di sapori, colori, suoni, atmosfere, bellezze
naturali e architettoniche. Le immagini sono quelle dei Borghi Marinari
della Sicilia, ma anche dei vigneti, degli uliveti, dei campi di grano, dei
frutteti colorati, di una natura ricca e rigogliosa, risultato di pratiche
agricole antiche trapiantate da civiltà diverse (fenici, greci, arabi,
normanni) ma che sono patrimonio dei siciliani di oggi. Si usa il termine
Dieta Mediterranea ma si traduce Sicilia. “E’ un percorso di cultura, ma
anche di enogastronomia di qualità” – dice Salvatore Romeo, direttore del
Distretto dei Borghi Marinari, che raggruppa 12 comuni - “quello che
attende il turista che visita questa parte, poco conosciuta, della Sicilia. La
cucina dell’isola è da sempre legata ai prodotti del territorio: olio, vino,
agrumi, mandorle e del pescoso mare”.
Mazara, città della tolleranza fra i popoli e prima flotta peschereccia
Un primo approccio lo sia ha a Mazara, città simbolo della “cultura della
tolleranza” fra i popoli e per questo candidata a Patrimonio Unesco.
Mazara, prima flotta peschereccia d’Italia, affascina, emoziona e colpisce
per il suo centro storico dominato dagli antichi palazzi baronali, esempio
raro di barocco siciliano. Di fronte al municipio sorge il museo del Satiro,
dove nel bronzo forgiato nel periodo greco classico, emerge tutta la
bellezza e la sensualità armoniosa del personaggio mitologico. Ma per
capire lo spirito cosmopolita di Mazara occorre camminare lungo i vicoli
stretti e puliti, della kasbah, il cui ciottolato risale al X secolo dopo Cristo.
Un percorso tra storia e miti, dove sulle pareti delle vie e del quartiere
sono narrate le vicende del quartiere, fortemente voluto dal sindaco Nicola
Cristaldi che ha anche recuperato l’arte della ceramica. Anche la cucina
risente delle varie influenze. Nei ristoranti il prodotto principale è il pesce
che arriva direttamente dalle barche dei pescatori, cucinato e presentato in
varie maniere: tonno, pesce spada, alici, triglie, frittura di paranza
accompagnano gli assaggi delle olive.
La tonnara di Portopalo di Capo Passero
La pesca del tonno in Sicilia ha origini molto antiche, soprattutto la
mattanza. I primi ad insegnare le tecniche di cattura furono gli arabi, a cui
seguirono gli spagnoli. Nella Sicilia, in particolare a Portopalo di Capo
Passero, erano in funzione fino agli anni ’60 le tonnare: spettacolari
opifici di lavorazione, situati vicino al mare e nei pressi delle zone
salmastre, in quanto inizialmente il tonno veniva conservato sotto sale.
Quando i Florio commercializzarono il tonno sott’olio extravergine di
oliva iniziò la decadenza. Portopalo è un autentico borgo marinaro situato
50 chilometri sotto il parallelo di Tunisi, da sempre zona strategica sia
militare che commerciale. Colpisce il mare limpido dai riflessi smeraldini
e la bellezza dei paesaggi naturali. Consigliata è l’escursione in barca per
raggiungere l’isoletta antistante con una ben conservata torre di
avvistamento.
Sciacca, colazione con la granita
Altra meta da non perdere è Sciacca, che coinvolge per l’intrigante
armonia cromatica. La città deve il suo sviluppo alla flotta peschereccia
(seconda in Sicilia per importanza), al turismo delle terme, alle spiagge
incontaminate. Le altre ricchezze “saccensi” sono legate alle tradizioni: la
produzione di maioliche, che si possono ammirare e acquistare in diverse
botteghe, al famoso antico Carnevale, una delle manifestazioni più
coinvolgenti della tradizione siciliana. La colazione qui è una cosa seria.
L’arancia Dop di Ribera, buona da mangiare e da bere
Una delle eccellenze è l’arancia Dop di Ribera, città slow per la qualità
della vita. Le spiagge incontaminate e la ricchezza dell’architettura
religiosa fanno di questo centro una meta tutta da scoprire.
“Buona da mangiare, buona da bere” , è il messaggio lanciato dal
Consorzio di tutela Riberella. L’agrumicoltura nasce nelle valli di Ribera, i
cui terreni sono particolarmente vocati, nell’800 ma è solo nel 1930 con la
coltivazione delle varietà “Brasialiano” prima e Washington Navel poi che
viene raggiunto uno standard qualitativo eccellente, tanto che nel 2011
viene concessa la Dop dall’Unione europea. La caratteristica di questo
agrume è la polpa fine e soda con un alto contenuto di succo (40/45%) ,
inoltre presenta una buona croccantezza con persistenza gustativa, elevata
dolcezza e assenza di amaro ed è molto ricca di vitamine, in particolare la
C. E’ molto usata nella preparazione dei piatti.
Anche l’olio è un’ eccellenza,
come l’extravergine Castello di Ribera, pluripremiato, ottenuto dalle olive
del territorio.
Avola, città delle mandorle e del famoso nero.
Suggestivo è il centro storico di Avola, città tra mare e canyon, a pianta
esagonale, racchiusa tra lo Ionio ed i monti Iblei. Qui viene coltivata e
prodotta la pregiata mandorla (650 tonnellate all’anno). La
mandorlicoltura si afferma a metà dell’800 grazie agli studi del botanico
Giuseppe Bianca. La varietà più coltivata è la Pizzuta, dall’ovale perfetto,
come l’ha definita da Leonardo Scascia. L’aroma dolce-amaro è quello
che più di tutti aiuta a ricordare la Sicilia: granita, torrone, biscotti e latte
di mandorla.
I terreni di Avola sono vocati anche per la coltivazione della vite che
produce il rinomato Nero d’Avola, uno dei vitigni più pregiati. Fino ad un
ventennio fa solo i territori di Ragusa e Siracusa coltivavano questa vite.
Per oltre 100 anni è stato il vino da taglio per eccellenza. Oggi il Nero
d’Avola è un vino che viene abbinato ad una cucina di qualità.
Aci Castello, finestra che si affaccia sul mondo
L’area marina protetta “Isole dei Ciclopi”, così chiamata perché qui il mito
vuole che i faraglioni posti davanti al castello normanno di Aci siano i
massi scagliati da Polifemo contro la nave di Ulisse, dopo che “nessuno”
lo aveva accecato. Dal nero castello, perché costruito con la lava, si ha una
vista mozzafiato sul mare ed il giardino pensile vanta una rara, quanto
ricca coltivazione di piante grasse.
Ma il posto ha un richiamo anche letterario e deve la sua fortuna al
piccolo borgo marinaro di Acitrezza, descritto da Giovanni Verga nel
romanzo I Malavoglia. Le atmosfere del romanzo sono evocate negli spazi
del museo Casa del Nespolo. Come tutti i borghi la cucina è quella a base
di pesce, qui c’è la più importante sagra del pesce spada.
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