di Donato Sinigaglia
Giornalista GIST
Soltanto i pochissimi fortunati che hanno avuto la possibilità di partecipare, possono testimoniare come una delle avventure più emozionanti che oggi possano essere vissute da parte di persone normali che non fanno i Rambo di professione, sia costituita dal partecipare ad una trasferta di caccia di esquimesi sulle loro caratteristiche slitte trainate da mute di cani. Da non confondere con le passeggiate di poche ore proposte da qualche emulo su Alpi o Appennini. Le tradizionali spedizioni di caccia compiute dagli inuit con i loro husky nelle sperdute lande ghiacciate della Groenlandia artica, portando sulle slitte tutto il necessario per sopravvivere per parecchi giorni in un ambiente decisamente ostile, sono tutt’altra cosa.
Scoperta nel 982 dal norvegese Erik il Rosso partito dall’Islanda, e poi colonizzata da vichinghi norvegesi, i quali vi trovarono una popolazione preistorica che aveva fatto due scoperte fondamentali: il kayak, per pescare in mare, e la slitta trainata da cani per spostarsi nell’interno. I figli di Erik si spinsero ancora più ad ovest, arrivando a scoprire Terranova e la baia del fiume San Lorenzo in Canada, cioè a scoprire l’America cinque secoli prima di Colombo. La Groenlandia è la terra degli Inuit, di origini mongoliche emigrati a queste latitudini dall’Asia centrale ancora in epoca preistorica, di bassa statura, tozzi, con arti corti, faccia appiattita ed occhi a mandorla. Per millenni, e fino a pochi decenni fa, erano cacciatori e pescatori nomadi vestiti di pellicce di animali che vivevano d’estate sotto tende di pelli e d’inverno negli igloo. Taciturni e solitari, vivono in piccole famiglie assai solidali le une con le altre, sanno sfruttare con perizia ogni risorsa offerta da un ambiente povero e ostile, rispettano con rigore la natura, sono animisti con ottime conoscenze astronomiche e si orientano con le stelle.
Prima tappa del viaggio è Illulissat, piccola cittadina di 4.500 anime dalle case di legno dai colori vivaci, ubicato allo sbocco del fiordo glaciale omonimo e del maggior ghiacciaio dell’emisfero settentrionale nella maestosa Disko Bay (sito Unesco), una baia blu su cui galleggiano migliaia di iceberg di ogni forma e dimensione che si illuminano a seconda dell’inclinazione dei raggi del sole: uno spettacolo inimmaginabile. Da visitare il museo dedicato alle esplorazioni polari e quello singolare del freddo. In volo si raggiunge Qaanaaq, sorvolando gli infiniti ghiacciai della Groenlandia centro-nord, regno del mastodontico orso polare, che gli antichi esploratori dovevano compiere in slitta. Questo borgo di 640 persone fondato nel 1953 sull’affascinante baia di Melville, dista appena 1.300 km dal Polo Nord ed è stato utilizzato come base per tutte le spedizioni polari, da Rasmussen fino a Messner. Da qui si parte con cani e slitte verso nord, per un’avventura unica e indimenticabile alla scoperta del continente bianco, superando il fiordo di Robertson, le montagne di Siorapaluk e Neqé e Kap Powell, con unici possibili compagni di viaggio volpi, orsi, lupi, foche dagli anelli, trichechi, narvali, beluga e piccoli uccelli marini.
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