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Colli Piacentini nella terra di Orsanti e le osterie di Gutturnio

di Renato Malaman

Giornalista


Viaggio nell’altra Food Valley, quella dei Colli Piacentini, fra Castell’Arquato, Vigoleno e Gropparello, dove all’ombra di borghi turriti e castelli si scoprono tante gustose tipicità. Le tre stelle del territorio sono le Dop dei salumi: coppa, pancetta e salame. Dalle cantine arriva il profumo dolce e antico del Vin Santo. Da Piacenza tanti tour per un turismo culturale nuovo.

C ’è una Food Valley in Emilia meno famosa e più appartata delle altre, discreta e amante dell’intimità per sua natura. Capace di declinare i suoi straordinari tesori del gusto con le atmosfere oniriche che generano certi suoi borghi e certi suoi castelli, nascosti in suggestivi angoli dell’Appennino. E’ la provincia di Piacenza. Nelle sue vallate nascono tesori gastronomici rari e preziosi come la coppa, la pancetta e il salame (salumi locali protetti da una triplice Dop) e si producono vini tradizionali e schietti come il Gutturnio o il Vin Santo di Vigoleno. Food Valley appartata ma capace di dare ali ai sogni, si diceva. Basta entrare al Museo degli Orsanti di Vigoleno per averne un’idea, dedicato a quegli artisti di strada che già nel XVIII secolo giravano di paese in paese con i loro spettacoli da circo, allestiti per sbarcare il lunario. Erano cantastorie, ammaestratori di animali e regalavano emozioni a chi conduceva una vita misera e il mondo non lo avrebbe girato mai. Il Museo degli Orsanti, memoria viva di quella irripetibile epopea dello spettacolo popolare, è nato dalla passione di Maria Teresa Alpi, che nel secolo scorso ha dedicato la vita per rimettere insieme, come in un mosaico, le tessere di quel mondo onirico fatto di ammaestratori di scimmie e domatori di orsi.

E sembra uscito da una commedia fantasy anche il castello di Gropparello, trasformato con il suo immenso parco - da Rita e Gianfranco Gibelli - in un villaggio di fiaba, teatro di attività didattiche di ogni genere. Proposte a ritmo continuo. Un maniero ancora vivo, con tanto di storie di fantasmi e una cornice ambientale che avrebbe suggestionato anche Walt Disney. Piacenza e le sue valli, Piacenza e i suoi borghi. Un piccolo universo di cose buone e belle da scoprire, oggi capace di diventare volano di un marketing turistico dal volto nuovo, fresco, inedito. Dove l’intreccio fra enogastronomia di qualità alta, seppur semplice nei suoi valori tradizionali, e un sistema costituito da gemme turistico-culturali di primordine è elemento distintivo. Vedi il borgo di Castell’Arquato, a pieno titolo fra i Borghi più belli d’Italia e Bandiera arancione del Tci per la qualità dei suoi servizi, dove sono osterie e taverne a far da contorno gustoso al centro medievale, alla piazza, al palazzo Ducale e a quello del Podestà, alla Collegiata e alla Rocca Viscontea. Osterie e taverne che propongono anche i salumi piacentini tradizionali e i formaggi della zona, accanto alla pasta fresca, fra cui i caratteristici pisarei’ e fasö, e a tanti altri gustosi prodotti di fattura artigianale. Come la batarö, caratteristiche focaccine da farcire con i salumi, o la chisöla, focaccia con i ciccioli di maiale. Da queste parti lo gnocco fritto si chiama chisulén ed è prodotto De.Co. da ricordare anche gli anolini, lo stracotto di asinina, la pìcula ‘d cavall a base di carne equina tritata finemente e la tasca di vitello. Fra i dolci la torta sbisigona, fatta con ingredienti semplici e i farsö, frittelle tipiche della festa di San Giuseppe. Oppure il latte in piedi, versione locale del crème caramel. Terra di Orsanti e osterie del Gutturnio Viaggio nell’altra Food Valley, quella dei Colli Piacentini, fra Castell’Arquato, Vigoleno e Gropparello, dove all’ombra di borghi turriti e castelli si scoprono tante gustose tipicità. Anche il borgo di Vigoleno, frazione di Vernasca, si fregia degli stessi marchi di qualità turistica e sorprenderà per la ricchezza del suo corredo architettonico e artistico-culturale, stretto com’è nelle sue fortificazioni, intervallate da possenti torri, da cui si possono godere dei bellissimi panorami sulle valli dell’Ongina e dello Stirone, fiumi che scorrono su ampi letti di ciotoli verso la pianura. La Pieve di San Giorgio esprime bene il carattere austero e solenne della storia di questo piccolo borgo turrito, dove poi si scoprono sorprese come il Museo degli Orsanti, luoghi di una memoria rara, tramandata (fino alla creazione del museo) dalla pura trasmissione orale. Negli oggetti esposti rivive un mondo che ci ricorda quello di Pinocchio. Le escursioni del gusto portano anche a visitare le tante cantine della zona, dove accanto al Gutturnio (la cui briosità è nota agli appassionati del genere: c’è contiguità peraltro con Le tre stelle del territorio sono le Dop dei salumi: coppa, pancetta e salame. Dalle cantine arriva il profumo dolce e antico del Vin Santo. Da Piacenza tanti tour per un turismo culturale nuovo segue dalla pag. precedente l’area della ‘cugina’ Bonarda) è in vetrina il Vin Santo di Vigoleno, Doc dal 1996, frutto di uve Santa Maria, Melara, Bervedino o Ortrugo e Trebbiano e frutto di un processo di affinamento che dura ben 60 mesi, di cui 48 in botte. Sono ben 21 i vini della Doc “Colli Piacentini” E poi c’è Piacenza città, dominata dall’angelo di rame che svetta sul campanile del duomo, capoluogo riservato e tranquillo, seppur di nobile lignaggio come testimoniano il Palazzo Gotico e l’aristocratica Piazza Cavalli. Piacenza da cui è partita la riscossa turistica di tutta la provincia, espressa anche da iniziative come quelle promosse dal Consorzio Turistico locale. Esperienze consigliate per gli amanti dello shopping in grande stile c’è il Fidenza Outlet Village, poco lontano dall’uscita dell’autostrada di Fidenza. Un parco commerciale anche bello da vedere oltreché ricco di proposte. Anche gastronomiche, perché il Piacentino… piace sempre.




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