di Donato Sinigaglia
giornalista
I primi colonizzatori portoghesi che approdarono Capo Verde definirono questo arcipelago di dieci isole, poste di fronte al Senegal, un piccolo paradiso terrestre. Sbarcarono e non lo lasciarono più. Un mare cristallino, con sfumature che vanno dal turchese al verde smeraldo, fa da cornice alla bianche ed incontaminate spiagge delle isole, alcune ricche di vegetazione tropicale. A queste bellezze naturali si aggiunge l’anima ospitale degli abitanti, dove le antiche tradizioni africane si fondono armoniosamente con gli effetti della lunga dominazione portoghese. Per questo l’arcipelago di Capo Verde è una meta unica nel suo genere, capace di soddisfare sia le esigenze di chi desidera una vacanza tutta sole, mare e relax, sia le aspettative di chi è in cerca di sport, divertimento e un po’ di avventura. “Dieci isole fatte di silenzio, nostalgia e di sogni”, così la scrittrice capoverdiana Dina Salustio, ama definirle. Poste al centro dell’ Oceano Atlantico, distano dall’Italia circa sei ore di volo. Si atterra all’isola di Sal che accoglie i turisti con il suo paesaggio lunare, davvero suggestivo. L’erosione ha pressoché cancellato le testimonianze dell’origine vulcanica dell’isola, che oggi è prevalentemente pianeggiante e desertica: non è un caso dunque che il suo nome originale fosse Ilha Llana, ovvero isola piatta. L’uso del termine Sal, infatti, divenne comune solo dopo che le antiche saline resero l’isola un’importante esportatrice di sale. Le saline principali dell'isola sono custodite nel cratere di Pedra de Lume, un antico vulcano inattivo. Per visitarle si attraversa un tunnel scavato nella roccia, fino a raggiungere il centro del cratere: il colpo d’occhio è straordinario, con il colore del terreno coperto di sale che varia dal blu cobalto al turchese e riflessi rosa alternati ad un bianco abbacinante. Tutto intorno, gole salmastre, piscine naturali e il lago salato per eccellenza, dove si può fare il bagno, sperimentando acque addirittura dieci volte più salate del Mar Morto e venticinque volte più dell’Oceano. Per avere un’idea della varietà di paesaggi che contraddistinguono Capo Verde, occorre prendere uno dei voli interni e visitare anche le altre isole. Come Santo Antào, la più settentrionale dell’arcipelago. Armoniosa unione di fertili altopiani, profonde vallate e incontaminate spiagge vulcaniche. E’ il luogo ideale per praticare trekking. Tra le principali escursioni, da non perdere l’antico cratere di Cova, oggi una pianura completamente coltivata. Qui cresce davvero di tutto: dai pini, ai banani, al cactus, fino alle piantagioni di caffè. Un paesaggio bucolico, con gli asinelli che trasportano l’acqua per l’irrigazione dei campi, i ragazzi che con disinvoltura corrono a piedi nudi sulle pietraie e i contadini intenti a coltivare la terra. Tutto avvolto dal silenzio, rotto solo dai rumori della natura. E se Santo Antào detiene il record di isola più a nord di Capo Verde, Santiago è la più grande, con la capitale Praia. Obbligatoria è la visita al pittoresco mercato, dove si possono vedere i coloratissimi costumi degli abitanti, rendono Praia la città più simile alla cultura africana dell'intero arcipelago. Merita una sosta anche l’isola di Sao Vicente che, nonostante le sue ridotte dimensioni, rappresenta il cuore culturale dell'arcipelago. Il centro principale è Mindèlo, città in stile coloniale che ha dato i natali alla Cesaria Evora, ambasciatrice nel mondo della morna, celebre genere musicale creato dall’incontro tra i ritmi africani e il fado portoghese, espressione più pura dell’anima capoverdiana.
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