Di Renato Malaman
giornalista
Saint Malo battuta dai venti e dalla storia conserva la sua anima intrepida, quella di Jacques Cartier, navigatore che raggiunse per primo il Canada. A Dinard suggestioni architettoniche Liberty. Cancale è la capitale delle ostriche: le bancarelle del molo un’attrazione irresistibile. A Dol de Bretagne c’è il menhir dei record. Rennes, l’universitaria che corre veloce
Alle finestre le onde bussano rabbiose, scuotono gli scuri, annunciate da un ruggito che poi le accompagnerà per tutta la notte, fino a trasformarsi in un’eco senza fine. Nel frangersi danno vita a gigantesche volute di schiuma. Onde alte, che si divorano la spiaggia in un baleno e, quando c’è l’alta marea, 12 metri più in alto, arrivano a minacciare anche le finestre dei piccoli alberghi, affacciati sul quel mare irruento. Pensi a quel verso ‘urla e biancheggia il mar’ di carducciana memoria e ne hai davanti la rappresentazione. Siamo a Saint Malo, la città dei corsari e delle loro scorrerie: nel Seicento depredavano le navi con bandiera nemica su ordine del re. C’era la guerra dei Trent’anni e non si andava tanto per il sottile. I corsari sapevano come affrontare il mare, con ardimento e perizia. Uno spirito che è entrato nel dna della gente di qui. Marinai dentro, bretoni veri. Loro al mare non si arrendono anche se le facciate delle proprie case devono rattopparle un anno sì e uno no.
Saint Malo è città che ti conquista e ti mette anche un po’ in soggezione per questa sua fierezza. Che è stata una città forte, inespugnabile e inespugnata, lo si vede dall’integrità e dalla possanza dei suoi bastioni e del suo castello. Intatti. Inespugnati lo sono - ma questa è tutta un’altra storia, certamente non bella da ricordare - anche tutti i bunker in cemento armato costruiti dai tedeschi durante l’occupazione della Francia nella seconda guerra mondiale. Inespugnati perché lo sbarco delle truppe alleate - il 6 giugno di quel 1944, anno della riconquistata libertà per i francesi - è avvenuto più a nord, verso Dunquerque, laddove lo sbarco non era aspettato. È sinistra la presenza di quei bunker fra gli scogli di Cap La Varde, ma la fantasia della graffiti art li ha trasformati in soggetti buffi di un paesaggio surreale. Saint Malo conserva molte delle sue case dalle facciate di graticcio. Una ospita la storica bottega delle spezie, un’altra la fabbrica artigianale del burro, altre sono diventate ambite dimore per i turisti. La sontuosa e austera cattedrale, bombardata durante la guerra, è stata ricostruita pietra su pietra. Una questione d’orgoglio per la gente di qui. Saint Malo ha l’anima proiettata nel mare. Nacque qui Jacques Cartier, spirito intrepido, il cui gioiello fu la scoperta del Canada nel XVI secolo: la sua casa natale, immersa nella brughiera battuta dai venti, oggi è un piccolo museo. Oltre il porto di Saint Malo, che ospita anche un grande deposito per i legnami che ogni settimana arrivano dalla Russia, si snoda la strada costiera che porta a Dinard, la più inglese delle città bretoni, scelta come dimora alla fine dell’Ottocento, da aristocratiche famiglie britanniche. Quell’epoca - nel quartiere di Saint Briac - ci ha lasciato deliziosi palazzetti in stile neoclassico, neogotico e Liberty. Affacciati su spettacolari rupi. Il castello di Nessay è stato trasformato in un albergo di charme. Sorge su un istmo ed è circondato da una baia che, con la bassa marea, si prosciuga completamente lasciando a secco una moltitudine di barche, piccole e grandi, da pesca a da diporto, che in pochi minuti si trasformano come per effetto di un prodigio (e qui le maree lo sono), in relitti incagliati nel fango. Come in un’opera iper realista. Poco lontano c’è Cap Frehel, il cui faro - a dire il vero di un pesante stile Art Nouveau - è velleitario avamposto di un ambiente naturale selvaggio e aspro. Perennemente battuto dai venti. Scogliere di bellezza austera da cui si gode. A Dol de Bretagne, borgo medievale con una storia di blasone, soggiornarono alcuni membri della famiglia ‘reale’ degli Stewart, compresa la famosa Maria Stuarda, sfortunata e tragica regina cattolica scozzese sul trono inglese, finita sul patibolo nel 1657. Pittoresche le case a graticcio del centro, animate da caratteristiche botteghe. Poco fuori dall’abitato si innalza con i suoi 9 metri e mezzo di pietra il Menhir di Champ Dolent. Il verde dell’erba e l’azzurro del cielo (quando non è coperto da plumbee nuvole) ne esaltano la maestosità. La sua storia è avvolta nel mistero dei primi abitatori di questo territorio, agli albori della civiltà.
Cancale è la tappa più gustosa della Bretagna: è il regno delle ostriche. Quelle più pregiate del mondo. Un’estensione senza fine del suo mare è la ‘culla’ del prezioso mollusco, oggi di resistente genetica giapponese. Il seme di ostrica qui viene introdotto in mare, cresce alimentandosi del ricco plancton dell’oceano, si purifica con le maree e poi diventa la squisitezza che sappiamo. Celebrata in ogni dove. A Cancale sono l’autentica attrazione della città. E’ bello vederli raccogliere i sacchi di ostriche e poi godere del loro frutto lì sul posto. Costano poco: la dozzina oscilla fra i 5 e gli 8 euro. Vengono aperte al momento dagli ostricari nelle pittoresche bancarelle del molo. Tutto a Cancale, città di mare che sembra uscita da un film, gira intorno alle ostriche. I ristorantini, i bar, le pescherie... l’aria stessa è pregna del suo inconfondibile sapore di mare. Da Cancale alla capitale Rennes c’è solo un’ora ma si cambia completamente scenario. Rennes è la capitale della Bretagna, città dotta, animata da una vita studentesco dallo spirito cosmopolita. Rennes storicamente è fiera rivale di Nantes e dal punto di vista economico corre veloce. Il palazzo del Parlamento regionale di stile neoclassico è il cuore della città accanto alla cattedrale, ai quartieri medievali con le case tipo Hansel e Gretel, ai tanti localini della movida serale e notturna. Rennes dove fervono i cantieri per portare in luce i più recenti ritrovamenti archeologici. Un bel fuori programma è Vitrè, famosa per il suo castello da cappa e spada e per i suoi vicoli medievali. Una piccola perla che dà luce alla Bretagna minore, patrimonio di tesoro da scoprire. Possibilmente al riparo dalle onde corsare....
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