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Innsbruck è sempre “magica”, come la vide Goethe più di 200 anni fa

L'Austria in questi giorni è meno “vicina” di come la vorremmo. Ci si può andare quando si vuole, perché i confini sono rimasti aperti, ma non vi è dubbio che le tante misure per contenere in Covid-19 complicano enormemente ogni progetto di viaggio. Basti pensare che non si può trovare un luogo per alloggiare, perché hotel e pensioni non possono accogliere ospiti, se non per giustificate ragioni di lavoro.

In attesa che tutto torni come prima o quasi come prima, possiamo continuare a rimanere informati su ciò che di bello o di brutto accade in questo Paese amico e, con l'aiuto di Österreich Werbung, possiamo mantenere vivo il ricordo delle sue città. Partiamo oggi dal capoluogo del Tirolo.


Magica Innsbruck! Johann Wolfgang von Goethe, nel 1786, durante il suo viaggio verso l’Italia, la descrive così: “Innsbruck giace splendidamente nella sua larga e ricca valle, tra alte e ripide rocce e monti”. Recentemente il museo Ferdinandeum aveva dedicato una mostra al grande poeta e scrittore tedesco e al suo “Viaggio in Italia”, opera che in modo così significativo ha contribuito al mito dell’Italia come luogo del desiderio per i viaggiatori provenienti dal nord e centro Europa.

Più di duecento anni dopo Innsbruck è ancora così, come l'aveva conosciuta Goethe, “capitale” segreta delle Alpi, crocevia tra est e ovest, tra nord e sud. Splendida e invitante, dai palazzi color pastello che vengono messi in risalto dalle pareti di roccia grigia che le fanno da sfondo. Bellezze e contrasti cromatici che si susseguono, il Tettuccio d’oro (la loggia dalle tegole dorate voluto da Massimiliano I d’Asburgo per le nozze con Bianca Maria Sforza), e gli “Schwarze Mander”, ventotto impressionanti statue nere che vegliano il sarcofago (vuoto) di Massimiliano nella Chiesa di Corte.

La si immagina montanara, sportiva, e la si scopre allo stesso tempo raffinata, imperiale. Nel castello di Ambras l’arciduca Ferdinando II creò la sua famosa Wunderkammer, la “camera delle meraviglie”. Uomo colto, Ferdinando studiava la storia e l’origine degli oggetti che collezionava, il suo non era semplice gusto del possesso. La particolarità della collezione è che non si è dispersa, ma si trova ancora nel posto dove l’aveva raccolta e questo fa del castello di Ambras un luogo dal fascino particolare.

E poi ci sono le montagne, così vicine che fanno da scenografia costante, e raggiungerle è facilissimo: gli impianti di risalita “Nordkettenbahnen” dal centro città arrivano a oltre 2.200 metri. Panorami stupendi, camminate a piedi, soste in malga, le meraviglie di boschi e cime, ecco il lato outdoor di Innsbruck.




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